Un chiodo ferma mezza Italia
- Patrick Trancu
- 2 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 6 ott 2024
Aveva "fermato" il Cristo in epoca romana e, sempre da Roma, ha fermato ieri mezza Italia. Un semplice chiodo conficcato questa volta in un cavo anziché in una croce. Spiega e tuona il Ministro Salvini: «Mi dicono esserci stato stanotte un errore di un'impresa privata che ha piantato un chiodo su un cavo, il tempo di reazione di fronte a questo errore non è stato all'altezza che la seconda potenza industriale d'Europa deve avere. Il privato ne risponderà».
Detto, fatto. Il ministero ha prontamente comunicato in una nota che RFI ha «sospeso qualsiasi attività» con la «ditta intervenuta sulla tratta ferroviaria». Il minaccioso Ministro che ha chiesto «nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che non hanno fatto il loro lavoro» ha successivamente dichiarato «Un'impresa privata ha fatto male il suo lavoro stanotte, e chi doveva intervenire subito è intervenuto troppo tardi». Chi avrebbe dovuto intervenire subito non è tuttavia dato sapere ma è lecito attendersi a breve dal Ministro la messa alla gogna pubblica degli operai intervenuti. Di chi effettivamente sia la colpa logicamente oggi non si può ancora sapere: errore umano, mancanza di documentazione tecnica alla ditta incaricata della manutenzione alla cabina elettrica o sistemi inefficienti?
Il guasto è stato definito da Trenitalia «raro perché si tratta di un impianto che ha ridondanze tecniche» e per questo «sono in corso degli accertamenti per verificarne la natura». Si comunica in assenza di informazioni verificate.
A prescindere dal chiodo, che cosa sia effettivamente successo non lo abbiamo capito e non lo ha spiegato neanche l'Ing. Gianpiero Strisciuglio, AD di RFI Rete Ferroviaria Italiana che all'epoca della tragedia di Brandizzo si era ben guardato da rilasciare dichiarazioni se non la tardiva e pessima "esclusiva" concessa a Bruno Vespa a 5 minuti (si veda mio precedente post). Nell'intervista oggi al Corriere della Sera l'AD ricostruisce gli eventi contraddicendo il racconto di altri attori che imputavano all'esaurimento della batterie ausiliarie il black out. Secondo l'Ing. Strisciuglio invece il sistema di alimentazione alternativa non è proprio entrato in funzione ed è automaticamente scattata la messa in sicurezza scollegando tutto. L'AD ha immediatamente puntato il dito sulla ditta esterna spiegando poi che una catena di anomalie, senza dire quali, hanno «vanificato» le «cosiddette ridondanze tecniche». Ci sono poi volute ben 2 ore per rimettere in funzione il sistema di backup! Quali siano le ridondanze non ci è stato spiegato ma possiamo forse intuirle.
La vicenda si commenta da sola. Sottolineo solo l'incapacità del sistema di parlare con un'unica voce e l'ennesima presa in ostaggio della comunicazione istituzionale da parte della propaganda politica. Infine, la ditta in questione non avrebbe dovuto fornire la propria versione dei fatti?