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Chiara Ferragni: il costo del «pandoro-gate»

Aggiornamento: 28 apr 2024

Non più tardi di ieri sera commentavo in uno scambio WhatsApp con un collega che una delle cose che trovavo curiose fosse che del caso Ferragni, nonostante l'elevata visibilità, non vi fosse una reale contezza del danno causato dalla crisi.


Chiara Ferragni ritratta in una foto a Montecarlo 23 aprile 2024
Chiara Ferragni a Montecarlo 23 aprile 2024. Fonte: profilo IG

Scopriamo oggi grazie ad un articolo pubblicato da Rosario Dimito su Il Messaggero che a causa del pandoro-gate i ricavi delle società della nota influencer sarebbero crollati del 40% e che vi sia urgente necessità di reperire 6 milioni di euro di capitali freschi per tenere in piedi La Fenice srl ai quali se ne potrebbero aggiungere altri 3 nei prossimi tre anni. Questo senza contare che Milano Finanza Fashion scrive che "gli effettivi danni legati all’inchiesta sul pandoro e all’allargamento dell’indagine non siano ancora esattamente calcolabili". Allo studio secondo il Corriere della Sera ci sarebbe un aumento di capitale con l'ingresso di nuovi soci.


Oltre agli aspetti finanziari, l'«immagine» dell'influencer è oggetto di incessante bombardamento. Al di là degli aspetti giudiziari - per la giudice Gabriella Ratti, della Prima Sezione Civile del Tribunale di Torino nella campagna pubblicitaria ci fu l'intento di ingannare il pubblico - vi è l'uscita dal Board di Tod's. E poi le indiscrezioni che vengono fatte filtrare sul libro di Selvaggia Lucarelli in uscita il 14 maggio che oltre alla questione beneficienza-pandoro sembra mettere in dubbio il talento e la propensione per la moda della Ferragni. Il libro rischia di diventare per lei una pietra tombale.


Intanto su Instagram Chiara Ferragni si ri-presenta a Venezia post silenzio social post intervista TV di Fedez a Francesca Fagnani alle Belve in versione super sexy. Qualche "esperto" di crisis management lo definisce - forse avventatamente - "un nuovo corso, la ripartenza per l'influencer".




Tuttavia i vestiti secondo alcuni giornali non sarebbero più quelli delle griffe ma di stilisti minori poiché la nota influencer - come per altro avevo previsto nel mio articolo del 8 gennaio - non sembra per il momento essere in grado di ricostruire le dinamiche virtuose con quelli che definisco i “fornitori di servizi” che le permettono di proiettare il suo lifestyle gratuitamente..


Per completare il quadro sembra che l'agenzia che stava seguendo Chiara Ferragni sul fronte della "comunicazione di crisi" e che aveva annunciato "urbi et orbi" l'incarico non stia più lavorando al fianco dell'imprenditrice. Ciascuno può fare le proprie valutazioni circa il suo operato.


La crisi Ferragni ha dimostrato diverse cose. Tra queste: 1) che le crisi rappresentano una minaccia esistenziale 2) che se vengono mal gestite si avvitano su loro stesse 3) che circolano nel nostro Paese troppi esperti che parlano senza aver mai visto una crisi da vicino. Quest'ultimo non sarebbe un grosso problema se le crisi non rappresentassero una minaccia esistenziale per chi le deve affrontare.


 

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